Questa settimana la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha concluso positivamente l’esame preliminare del concetto di risanamento negoziato per la pensione dai 60 anni nell’edilizia. In questo modo, è stato possibile attuare da subito il risanamento urgente. I sindacati, tuttavia, bloccano ancora l’attuazione: in aggiunta al risanamento richiedono ancora una volta un aumento di salario.
La pensione dai 60 anni per i lavoratori edili è salvata. Il concetto di risanamento è sul tavolo, pronto e finito, ed è già stato valutato positivamente anche dalla Segreteria di Stato per l’economia SECO durante l’esame preliminare.
Il concetto di risanamento consiste nei seguenti elementi:
- L’età pensionabile a 60 anni rimane invariata.
- Non vi sono tagli alle rendite PEAN attuali.
- I contributi dei lavoratori aumentano da 1.5% a 2.0% fino a 2.25%. I contributi dei datori di lavoro rimangono al 5.5%. Inoltre è introdotto un tetto massimo per l’importo totale dei contributi.
- I contributi di risparmio LPP della Fondazione FAR, che sono versati in aggiunta alla pensione PEAN all’istituto di previdenza del beneficiario di una rendita PEAN, diminuiscono dal 18% al 6%.
- In caso di ritiro totale o parziale del capitale LPP, non sono più versati contributi di risparmio LPP.
- L’attività massima consentita come pensionato PEAN sarà aumentata. Ciò significa che ogni beneficiario di una rendita PEAN può migliorare il proprio reddito perseguendo un’attività ridotta nel settore principale dell’edilizia.
- Da un reddito supplementare superiore alla soglia d’ingresso LPP di CHF 21’500.- all’anno, il pensionato PEAN può rimanere nell’istituto di previdenza tradizionale.
- La rendita PEAN è aumentata se il dipendente entra nel PEAN uno o due anni dopo.
Nonostante ciò, non è ancora stato possibile fare le cose come si deve. I lavoratori edili sono stati intercettati sulla linea del traguardo in materia «Pensione edile» – dai sindacati. Questi ultimi non vogliono offrire alcuna mano per giungere a un accordo, ma non possono motivare il loro comportamento, rimandando piuttosto alle trattative CNM. Vogliono ricavare un salario ancora maggiore e fanno dipendere il risanamento PEAN da ciò, bloccando in questo modo il risanamento stesso, urgentemente necessario.
Gli impresari-costruttori, da parte loro, continuano a dichiararsi a favore della pensione dai 60 anni. «Per me, il salvataggio del pensionamento anticipato per l’edilizia ha la priorità assoluta» afferma ad esempio Pietro Minelli, Presidente delle Società degli Impresari-Costruttori della Svizzera centrale. Minelli precisa che «il risanamento del PEAN non ha nulla a che fare con il CNM. È inammissibile che i sindacati colleghino i due temi. Noi impresari-costruttori ci dichiariamo decisamente a favore della pensione dai 60 anni, ma non possiamo farlo se i sindacati ci bloccano nella ricerca di una soluzione. E questo è quello che stanno facendo, purtroppo.» Anche Hannes Schiesser, Presidente della Società degli Impresari-Costruttori di Glarona, condivide questa opinione. «Trovo spiacevole che i sindacati ora impediscano il risanamento del PEAN», afferma e aggiunge: «Non li capisco. La loro argomentazione non sta in piedi. Tuttavia, spero ancora in una conclusione positiva per quanto riguarda la pensione edile».
In una inserzione, apparsa sul quotidiano «La Liberté», gli impresari-costruttori di Friburgo hanno ringraziato per l’impegno i 3500 lavoratori edili che sono occupati nella loro area. Hanno inoltre negato le accuse di Unia e di Syna di voler peggiorare le condizioni di lavoro nell’edilizia. In particolare, si sono difesi contro l’accusa di essere contrari al salvataggio del pensionamento dai 60 anni.
Perché, come è stato dimostrato, sono solamente i sindacati a impedire questo salvataggio.